Nella storia della nautica ci sono cantieri, barche e progetti che si legano indissolubilmente al loro tempo e solo alcuni, riescono a superarlo e a diventare icone. Bertram è uno di questi.
Quando agli inizi del 2015 si sparse la voce che lo storico cantiere Bertram sarebbe stato acquisito dal Gruppo Gavio, già proprietario del cantiere Baglietto e CCN (Cerri Cantieri Navali), tutti gli appassionati e gli affezionati del brand sono stati fortemente stimolati nella curiosità. Personalmente ebbi la fortuna di parlarne proprio con Beniamino Gavio, il quale mi raccontò le ragioni a monte di questa scelta da parte sua, ma al contempo anche le ragioni che spinsero il Gruppo Ferretti, fino a quel momento proprietario di marchio e cantiere, a cederlo proprio a lui. Una bella storia, perché a monte c’è l’amore per un cantiere come Bertram da parte di Gavio, che posso capire in modo assoluto, dall’altra un’amicizia basata sul rispetto reciproco con l’attuale A.D. del Gruppo Ferretti, l’avvocato Alberto Galassi. Bertram aveva bisogno di riprendersi il posto che merita e per farlo, la lungimiranza di due appassionati imprenditori ha fatto il resto.
Il Gruppo Ferretti ha svolto negli anni un grande lavoro di sviluppo della gamma Bertram, sebbene questo sia stato apprezzato più in Europa e nel Mediterraneo che non dove Bertram deve naturalmente avere i suoi primi estimatori, ossia, tra i pescatori americani. Bertram è un brand talmente radicato nella cultura statunitense, o meglio, in quella conservativa dei pescatori americani, che tentare di “addolcirlo” all’europea non è stata forse la chiave d’interpretazione da cui ottenere il successo auspicato. Va detto in tutta onestà, che il cantiere forte di uno studio di progettazione e degli ingegneri del Gruppo Ferretti ha visto crescere la sua gamma come mai era avvenuto nella sua storia.
Ciò che a mio modesto avviso non ha permesso a Bertram di ottenere il riscontro che si attendeva è stato il tentativo di trasformare un’icona della pesca sportiva all’americana in un motoryacht all’europea dedicato alla pesca. Credo che il Gruppo Ferretti e i professionisti coinvolti abbiano però tutte le attenuanti del caso, per un italiano è tutt’altro che spontaneo evitare di spingersi verso l’evoluzione sulla base dei canoni stilistici e abitativi che fanno parte della nostra cultura. Mentre per un americano pescatore, è tutt’altro che spontaneo accettare che una barca da pesca diventi esteticamente ricercata e che addirittura abbia le finestrature a scafo, più cabine ognuna con bagno e accesso privato, per giunta arredate come quelle di un lussuoso motoryacht. Naturalmente è solo la mia opinione, ma è per questa che ritengo l’operazione messa a segno da Beniamino Gavio corretta e lungimirante. Il Gruppo Gavio infatti, ha fatto sì che il primo modello prodotto dal cantiere sia proprio il Bertram 35, ispirato allo storico 31 che ha segnato l’evoluzione del cantiere nel suo periodo più florido e che Gavio ha voluto fosse nuovamente progettato da uno statunitense, costruito negli USA da personale americano e dedicato a quei pescatori che hanno reso Bertram un’icona internazionale. Non a caso in occasione della presentazione ufficiale del progetto, avvenuta durante il salone di Fort Lauderdale del 2015, il pubblico statunitense lo ha spontaneamente ribattezzato “the big 31”. Già questo primo segnale la diceva lunga sull’impatto della cura Gavio al marchio Bertram.
In occasione del recente Versilia Yachting Rendez-Vous ho avuto modo per la prima volta di salire a bordo di questo bell’esemplare che negli USA sta già ottenendo numerosi riscontri positivi, tanto che in cantiere si sta già lavorando a un modello di oltre 50′ di cui mi dicono, sono già stati venduti diversi esemplari “su carta”. Non esito a crederlo, perché sono convinto che in molti attendevano con curiosità il primo esemplare che sembra tornato dal passato.
Questo però, solo dal punto di vista formale, perché a ben vedere sono numerose le soluzioni tecnologiche adottate per la costruzione, come la lavorazione dei compositi in infusione con resine vinilestere, il tutto destinato a garantire un controllo dei pesi e una qualità elevata per assicurare solidità e lunga vita alla barca. L’atmosfera che si respira a bordo è la stessa che si poteva percepire a bordo dei vecchi Bertram 31, per chi ha avuto la fortuna di frequentarne qualcuno, il che è molto stimolante soprattutto se sei a bordo di una barca capace di navigare a oltre 40 nodi, con spazi più comodi e una qualità generale degna del nome che porta. Ecco, questo è il nuovo Bertram 35, una barca di grande qualità con doti da fisherman vero, infatti, i suoi interni sono in linea con la razionalità dell’appassionato di pesca all’americana, sebbene siano molto curati anche dal punto di vista estetico come si conviene a un mezzo del 2017.
Prossimamente avrò l’opportunità di provarla in mare, inutile dire che sto aspettando con una certa ansia quel momento, ma non mancherò di riportare i dati rilevati e le impressioni. Per adesso dopo averla osservata attentamente in porto, quello che posso dire è che la cura della costruzione, la qualità dei materiali e la gradevolezza estetica la rendono una barca molto accattivante, in grado di vivere in una nicchia di mercato a sé, dove non ti viene voglia di fare paragoni, perché è un Bertram.
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