MANGUSTA GRANSPORT 44: L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE

Overmarine Group, cui appartiene anche il noto marchio Mangusta, anno dopo anno sta scalando la classifica mondiale dei produttori di yacht, che lo vede oggi al settimo posto per lunghezza totale prodotta.

Un risultato che dice molto di un’azienda di proprietà della stessa famiglia da ormai due generazioni, che barca dopo barca ha sempre ricercato l’evoluzione nella qualità e nel design di barche capaci di attrarre il pubblico anche a distanza di anni dalla loro presentazione.

Oggi lo stato di salute di Overmarine Group è testimoniato da un portafoglio ordini di € 134.200.000 e un fatturato previsto per l’anno in corso, dunque 2016/2017, di € 89.000.000. Tali numeri sono il frutto di 32 anni di attività svolta con dedizione dalla famiglia Balducci, che dal 1985 ha reso l’azienda protagonista nella produzione di yacht open ritenuti ormai un riferimento per l’intero mercato,  ancora oggi molto ricercati sia nuovi sia usati. Ben 300 unità prodotte sinora da 72 a a 165′, di cui il più grande di quasi 50 m di lunghezza è stato finora già venduto in 12 esemplari. Tutto questo si realizza in 10 siti produttivi per un totale di circa 190.000 mq, con aree divise tra le diverse tipologie di barche e navi prodotte dal gruppo. Infatti, tra le aziende appartenenti a Overmarine Group c’è anche la  Effebi, divisione specializzata nella produzione di mezzi civili e militari dedicati alle attività di soccorso e sorveglianza in mare.

Mangusta 165

Un gruppo industriale che fonda il suo successo sulla qualità delle sue barche e sulla ricerca, che ha saputo interpretare i bisogni del pubblico con yacht capaci di rispondere ai bisogni funzionali ed estetici di armatori tra loro anche molto diversi. Gli open Mangusta si sono imposti nel tempo crescendo di dimensioni fino al 165′, modello che sta ottenendo un successo straordinario per uno yacht di tali dimensioni, in composito e sebbene fortemente personalizzabile all’interno e parzialmente all’esterno, è basato su un progetto navale che si ripete. Dunque, un maxi open semi-custom come è ormai nella tradizione di Overmarine con il marchio Mangusta.

Nonostante i successi del passato e il crescente riconoscimento che i mercati internazionali offrono al cantiere italiano, Overmarine ha presentato le sue nuove linee Oceano – Long Range e Grand Sport – Fast Displacement. Si tratta di un passaggio epocale per l’azienda, che con la presentazione a Cannes lo scorso anno del primo esemplare prodotto appartenente alla linea Mangusta Oceano si è resa protagonista anche nel settore dei grandi yacht in metallo. Infatti, le due nuove linee oltre a portare Mangusta ad affrontare il tema degli scafi dislocanti di grandi dimensioni lo porta a un cambiamento epocale verso la produzione di yacht in acciaio e alluminio.

Mangusta Oceano 42

Tale scelta è stata adottata dal management del Gruppo industriale per rispondere alle richieste crescenti da parte di armatori che guardano con maggiore interesse yacht di dimensioni e caratteristiche diverse. Il grande sforzo che un brand così fortemente radicato nella percezione che il pubblico ha maturato fino a questo cambiamento epocale è quello di non perdere la propria identità. A nostro avviso Overmarine Group non corre questo rischio perché: continua a produrre e a sviluppare i grandi open che l’hanno reso noto in tutto il mondo; ha avviato la produzione di due nuove linee di yacht in metallo, dislocanti e dunque molto diverse concettualmente da quanto ha fatto sinora, ma, affidando il compito di svilupparne il design a un progettista capace e soprattutto abile nel realizzare yacht con stilemi e contenuti formali che li rendono immediatamente identificabili come dei Mangusta. Il designer in questione è Alberto Mancini, al quale non ho lesinato complimenti durante lo scorso salone di Cannes, per l’egregio lavoro che ha fatto insieme al cantiere per arrivare alla costruzione del nuovo Mangusta Oceano 42, il primo esemplare di questa nuova storia firmata Overmarine Group. Uno yacht straordinario per forme, volumi, qualità di costruzione e soprattutto complessità di lavorazione considerando che è uno yacht in acciaio e alluminio. Chiaramente questo è stato possibile solo perché designer e cantiere hanno lavorato di concerto, come lo stesso Mancini mi ha detto durante le nostre chiacchiere di banchina in Costa Azzurra. Un lavoro complesso, realizzato in modo impeccabile e soprattutto capace di dare luogo a uno yacht dislocante di 42 metri, originale per contenuti formali e funzionali. Indubbiamente un lavoro molto complesso, soprattutto per un cantiere che con questa nave ha avviato la produzione in metallo dopo una storia e un’esperienza maturata nella lavorazione dei compositi. A mio modesto avviso, alcune lavorazioni che sembrano per complessità proprio appartenenti più alle costruzioni in composito che non a quelle in metallo, sono state rese possibili proprio per l’esperienza con i materiali compositi con cui si è in parte affrontata la costruzione in metallo, sebbene questa sia stata affidata a maestranze esperte in tali lavorazioni. Mi spiego meglio. Alcune forme della sovrastruttura sono talmente complesse che è difficile immaginare quanto lavoro ci sia voluto per realizzarle in modo impeccabile come è stato fatto. In composito si tratta di realizzare uno stampo ben fatto partendo da un manichino in legno o in materiale sintetico lavorato con una fresa partendo da un buon 3D, in metallo significa tanta manodopera specializzata e tanta attenzione. Forme come quelle che raccordano le linee esterne superiori con quelle del ponte principale sono sicuramente insolite su navi in metallo, ma Overmarine non ha rinunciato a questo elemento che avvicina ulteriormente, a livello percettivo, le costruzioni in metallo a quanto abbiamo visto finora con la fortunata serie Mangusta.

Mangusta GranSport 44

Dopo questa lunga ma doverosa premessa, parliamo del nuovo Mangusta GranSport 44, appartenente alla linea denominata “fast displacement” del Gruppo Overmarine di cui il primo esemplare prodotto è un 54 metri attualmente in costruzione e già venduto.

Anche la linea GranSport di Mangusta è affidata alle cure formali di Alberto Mancini, il quale anche su questi yacht ha prestato molta attenzione alla relazione tra esterni e interni, ricercando tra questi la continuità. Un’aspetto che avevo già molto apprezzato sul Mangusta Oceano 42 metri presentato a Cannes e che su questo nuovo 44 metri si ripete ovviamente, con varianti al tema.

44 metri di lusso in un design contemporaneo coerente tra aree al coperto e allo scoperto, progettato con questo obiettivo sia negli interni sia all’esterno dallo stesso designer. Un esempio di questo concetto che vede una forte relazione tra esterni e interni lo ritroviamo sul ponte superiore, dove il salone comunica con le aree esterne mediante grandi superfici vetrate apribili sia a poppa sia a prora. Poi troviamo un altro elemento caro a Mancini che avevamo già apprezzato sui precedenti progetti, ossia gli skylight, elementi trasparenti che permettono alla luce di penetrare all’interno in zone strategiche. Anche la poppa esprime chiaramente l’attenzione che il designer ha posto alla vita di bordo e all’esperienza che questa è in grado di offrire ad armatore e ospiti. Tre grandi superfici mobili, rappresentate da un’estensione verso poppa della plancia e due terrazze realizzate con l’abbattimento di parte delle murate, permettono di ottenere 75 mq di spiaggia.

Mangusta GranSport 44 poppa

Ma la nuova unità di 44 metri porta con sé anche contenuti tecnici di alto valore, infatti, la carena sviluppata dal noto ing. navale Pierluigi Ausonio in concorso con l’ufficio tecnico del Gruppo, si caratterizza per essere particolarmente efficiente dunque, performante. Gli elementi cui è stata data particolare attenzione nello sviluppo delle linee d’acqua di questo yacht sono stati sicurezza di navigazione, tenuta di mare e comfort.

Grazie ad elementi tecnologicamente evoluti, come per esempio le pinne stabilizzatrici elettriche ad alta efficienza, il comfort a bordo è garantito in ogni condizione sia all’ancora sia in navigazione. Si tratta di sistemi che oltre a un’efficienza maggiore rispetto ad altre soluzioni, offrono una reattività molto più elevata, silenziosità di esercizio tanto che possono essere installati nelle cabine ospiti senza causare il minimo disturbo, semplicità degli impianti e manutenzioni drasticamente ridotte. Ma questo è solo uno degli aspetti che il nuovo Mangusta porta con sé, perché gli elementi che contribuiscono a renderlo uno yacht moderno sono molti e spaziano dalla progettazione agli accessori installati.

Mangusta GranSport44 Fonda

Per quanto riguarda la motorizzazione il cantiere ha scelto 3 MTU 16V 2000 M96L, dei quali i due motori esterni accoppiati a linee d’asse con eliche a passo fisso e il motore centrale accoppiato invece a un sistema idrogetto Rolls Royce – Ka.Me.Wa. manovrabile. La combinazione tra i due diversi sistemi propulsivi adottati, operata con sistemi elettronici evoluti, permetterà di ottimizzare la spinta a tutte le andature e di assicurare al contempo elevate doti evolutive anche in acque ristrette, oltre che il mantenimento dinamico della posizione, anche detto “dynamic positioning”. In pratica, tanto per fare un esempio a chi non dovesse conoscere questo sistema, se il comandante è chiamato ad attendere all’imboccatura del porto l’uscita di un altro mezzo, sarà sufficiente premere un pulsante per innescare tale modalità e mediante il GPS questa sarà mantenuta dal sistema gestendo macchine e spinta in modo totalmente automatico. Naturalmente questa è solo una delle possibili applicazioni di tale funzione, ma per spiegare di che si tratta è forse quella che più di altre semplifica.

Mangusta GranSport 44 Navigazione

Le prestazioni di questo yacht sono indubbiamente molto interessanti sebbene non manchi certo una spinta poderosa, ma 26 nodi di velocità massima,  un’autonomia di 3.000 miglia alla velocità di crociera di 11 nodi e oltre 1.000 miglia a 20 nodi sono numeri che meritano sicuramente attenzione. Dunque, prestazioni che permettono tanto la confortevole navigazione a dislocamento puro quanto trasferimenti veloci da una meta all’altra. Tutto questo il cantiere lo ha ottenuto senza trascurare l’attenzione per l’ambiente che uno yacht moderno deve considerare, infatti, i nuovi motori MTU rispondono ai requisiti delle più restrittive norme in vigore, incontrando già i requisiti che saranno adottati dopo gli attuali IMO TIER II.

Nel corso della primavera saranno ultimate le prove in vasca da cui progettisti e cantiere ricavano dati preziosi per la valutazione del lavoro di progettazione sin qui eseguito, dopo di che, a settembre ci sarà il taglio della prima lamiera, cerimonia che di fatto sancisce l’inizio della costruzione, per poi arrivare al varo previsto nel 2019.

Lascio ora ai rendering il compito di illustrare questo progetto che a mio avviso sarà un ulteriore esempio di quel sano Made in Italy di cui si può essere orgogliosi. Perché c’è tanto contenuto sia progettuale sia costruttivo, perché nasce da un’azienda sana e perché è capace di portare sviluppo.

Per ulteriori dettagli sulle tre linee di yacht che vedono oggi il Gruppo Overmarine impegnato nella progettazione e costruzione di yacht, www.overmarine.it

Nota: tutte le immagini presenti su questo articolo sono di proprietà del cantiere Overmarine.

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