MONACO YACHT SHOW 2017: VIVA L’ITALIA

Dopo aver vissuto la piacevole esperienza di Cannes prima e di Genova poi, anche al Monaco Yacht Show ho percepito un senso di ripresa interessante, nonostante la città monegasca sia di solito un po’ distaccata da certe analisi.


Come ogni anno il porto di Montecarlo era pieno di yacht e di operatori che affollavano le banchine, sebbene quest’ultima edizione del MYS, dal 27 al 30 settembre, abbia beneficiato di ulteriori lavori di ammodernamento delle strutture a terra e dello Yachting Club.

©Angelo Colombo

 

Anche l’edizione 2017 di questo importante appuntamento è stata caratterizzata da numerosi incontri tra cantieri e stampa, progettisti, designer, broker e operatori, un’agenda talmente fitta che non perdere qualche appuntamento sarebbe stato impossibile anche per chi ha dei replicanti a sua immagine e somiglianza.

©Angelo Colombo

Un settore che ha mostrato anche questo anno un interesse crescente da parte del pubblico e degli operatori è stato quello dei tender & toys, battelli pensati per essere ospitati all’interno dei grandi yacht e mezzi destinati a garantire intrattenimento in mare agli ospiti. Indubbiamente questo settore sta vivendo un bel momento, perché gli sviluppi degli ultimi anni in campo tecnologico permettono di realizzare mezzi sempre più compatti ed efficienti per offrire la possibilità di navigare anche in zone protette. Dunque, mezzi elettrici, che di anno in anno conquistano prepotentemente la scena e ritengo questo un fenomeno destinato a crescere ulteriormente. L’organizzazione del MYS ha riservato a questo comparto un’intera area dove armatori e soprattutto operatori del charter sono andati a vedere e a scegliere i giochi da imbarcare sulle loro unità il prossimo anno. Un bel movimento in questo ambito, tanto sviluppo tecnologico e creatività per offrire sempre nuove possibilità d’intrattenimento e livelli di sicurezza sempre più elevati.

©Angelo Colombo

Tra le grandi barche inutile dire che l’industria italiana ancora una volta si è fatta vedere con tanti yacht straordinari e nuovi progetti presentati negli stand, certo, visto l’ormai consueto padiglione dedicato all’industria olandese un po’ di patriottica invidia l’ho provata, perché non ho potuto fare a meno di chiedermi: “possibile che l’Italia abbia la più grande industria del settore, con aziende che sono veri e propri traini d’innovazione, ma in quanto Italia non sia visibile?”. Questa cosa mi ha un po’ disturbato, perché l’Olanda a Monaco si fa vedere eccome, sembra un’industria di dimensioni gigantesche rispetto alla nostra e invece, sappiamo dai numeri che non è così, anzi, nel settore dei grandi yacht quella italiana fa numeri maggiori. Se poi mettiamo insieme tutte le aziende della fornitura e subfornitura, della tecnologia navale e nautica, allora i numeri non lasciano spazio a dubbi.

Eppure, a Montecarlo l’industria olandese si percepisce unita, grande, potente nelle sue realizzazioni – non potrebbe essere altrimenti con il più grande yacht al salone prodotto da Oceanco – mentre quella italiana, la s’intuisce nel nome degli operatori sparsi in tutte le aree del salone ma orfani di un tetto comune. Che peccato, se ci fosse un’area dedicata alle eccellenze italiane, anziché lasciarle andare ognuna per conto suo, sono convinto che tutta l’industria italiana ne beneficerebbe in termini di visibilità. Abbiamo artigiani specializzati nella lavorazione del legno, della pelle, dei metalli, poi aziende specializzate in soluzioni tecnologiche per incrementare sicurezza e confort, poi ancora aziende specializzate in strumenti, sistemi, impianti e tutto quello che su uno yacht trova posto e richiede sviluppo continuo. Tutti presenti a Monaco, ma ognuno per conto suo salvo rare eccezioni dove qualcuno saggiamente si è riunito sotto un piccolo tetto comune. L’idea di avere un padiglione tricolore mi ha accarezzato i pensieri anche questo anno, ma poi ho ripensato a quanto sia poco unita in casa nostra la nostra industria e mi sono rassegnato, per i giorni del salone, in realtà non mi rassegnerò mai all’idea di dare forza all’industria nautica italiana nella sua immagine internazionale.

©Angelo Colombo

A parte queste considerazioni di sano patriottismo, il MYS ha visto tanti armatori e tanti broker girare per le banchine e visitare navi di ogni tipo, dagli explorer ai classici motoryacht, dalle shadow ships ai meravigliosi velieri oltre gli 80 piedi.

Un po’ di numeri di questa fiera che impegna quasi integralmente Port Hercules: 125 superyacht, 580 aziende da 38 paesi e 45 presentazioni in anteprima mondiale. Dal 1991, anno della prima edizione, il Monaco Yacht Show ha fatto sempre registrare la crescente richiesta di aree espositive e di pubblico.

©Angelo Colombo

 

Tra i numeri più curiosi di questa manifestazione registriamo la presenza di un valore di beni esposti di oltre 3,3 miliardi di Euro, la lunghezza media degli yacht esposti che spazia da 25 a 110 metri è di 48,9 metri, l’area totale è di circa 42.000 mq e il numero stimato dei visitatori di circa 34.000.

Interessante notare che i 125 superyacht esposti questo anno rappresentano un record assoluto per la fiera monegasca che lo scorso anno si è fermata 109 e l’anno precedente a 110.

Un evento di grande richiamo che anticipa di un mese esatto il prossimo salone di Fort Lauderdale in Florida, dove molti dei cantieri presenti a Monaco esporranno altre unità, sebbene Monaco Yacht Show rimanga la fiera più importante al mondo per il settore dei superyacht.

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